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Data/Orario
1 Feb 2014
10:00 PM - 4:00 AM

Luogo
Revolution


febbraio

 

1) Ci chiamiamo La Guerra dei Trent'anni. Il riferimento storico è voluto ma è anche una pura coincidenza. La guerra è quella dei trentenni di oggi, la generazione più fottuta. Forse noi siamo già dei reduci, il che è anche peggio.
2) Siamo un gruppo rock, senza aggettivi, suffissi o prefissi. Cantiamo in italiano, perché vogliamo farci capire. Siamo un gruppo "serio", nel senso che non è tempo di fare dell'ironia.
3) Siamo in tre, chitarra, basso e batteria, con aggiunta di un synth suonato alternativamente da uno di noi. quindi scarni.
4) Abbiamo suonato per diversi anni insieme, sotto altri nomi, prima Plasticaviva, poi Neruda. Poi siamo stati fermi per alcuni anni, ora abbiamo ricominciato e abbiamo deciso di dare un taglio netto con il passato. La Guerra dei Trent'anni nasce ora, non dalle ceneri di altro ma da un terreno vergine.
5) Le canzoni del nostro repertorio sono nate tutte negli ultimi mesi, quindi per motivi anagrafici sono contrarie alla gerontocrazia imperante. Quattro esempi: "Tramonto binario" è una breve e onirica immagine di un tramonto con due Soli, che proietta due ombre che sono ciò che siamo e il nostro contrario, con una lunga coda strumentale. "L'esploratrice" è il ritratto di una persona che non può evitare di spingersi oltre, di varcare ogni confine, anche se è costretta a pagarne il prezzo. "Dracmatica" parla di Bce, Europa, lacrimogeni che fanno bruciare gli occhi. "Elegia notturna" parla del potere seduttivo della notte, che alimenta il fuoco della creatività.

 

6) La Guerra dei Trent'anni non si accontenta di quel poco che c'è o del "male minore", ed è da sempre contraria ad ogni ipotesi di "larghe intese". Fine

 

 

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